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La sepsi, nota anche come setticemia, non è una malattia specifica, ma piuttosto una sindrome da risposta infiammatoria sistemica scatenata da un'infezione. Si tratta di una risposta disregolata all'infezione, che porta a disfunzioni d'organo potenzialmente letali. È una condizione grave e rapidamente progressiva, nonché una delle principali cause di morte in tutto il mondo. Conoscere i gruppi ad alto rischio di sepsi e ottenere una diagnosi precoce con l'ausilio di moderni metodi di analisi medica (inclusi i principali reagenti diagnostici) è fondamentale per ridurre il tasso di mortalità.

Chi è ad alto rischio di sepsi?

Sebbene chiunque possa sviluppare la sepsi se ha un'infezione, i seguenti gruppi sono a rischio significativamente più elevato e richiedono particolare cautela:

  1. Neonati e anziani: una caratteristica comune di questi individui è un sistema immunitario sottosviluppato. Il sistema immunitario dei neonati e dei bambini piccoli non è ancora completamente sviluppato, mentre quello degli anziani diminuisce con l'età ed è spesso accompagnato da molteplici patologie preesistenti, rendendo difficile per loro combattere efficacemente le infezioni.
  2. Pazienti con malattie croniche: i pazienti affetti da malattie come diabete, cancro, malattie epatiche e renali, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o HIV/AIDS hanno meccanismi di difesa dell'organismo e funzioni degli organi più deboli, il che rende più probabile che le infezioni sfuggano al controllo.
  3. Individui immunodepressi: tra questi rientrano i pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia, le persone che assumono immunosoppressori dopo un trapianto di organi e le persone affette da malattie autoimmuni, il cui sistema immunitario non è in grado di rispondere efficacemente agli agenti patogeni.
  4. Pazienti con traumi gravi o interventi chirurgici importanti: nei pazienti con ustioni estese, traumi gravi o interventi chirurgici importanti, la barriera cutanea o mucosale viene distrutta, creando un canale di invasione per i patogeni e il corpo si trova in uno stato di forte stress.
  5. Utilizzatori di dispositivi medici invasivi: pazienti con cateteri (come cateteri venosi centrali, cateteri urinari), che utilizzano ventilatori o hanno tubi di drenaggio nel corpo; questi dispositivi possono diventare delle "scorciatoie" per l'ingresso di agenti patogeni nel corpo umano.
  6. Soggetti con infezioni recenti o ricoveri ospedalieri: in particolare nei pazienti con polmonite, infezione addominale, infezione del tratto urinario o infezione della pelle, se il trattamento non è tempestivo o è inefficace, l'infezione può facilmente diffondersi al sangue e causare sepsi.

Come rilevare la sepsi? I reagenti chiave per la rilevazione svolgono un ruolo centrale

Se i soggetti ad alto rischio sviluppano sintomi sospetti di infezione (come febbre, brividi, respiro corto, tachicardia e confusione), devono consultare immediatamente un medico. La diagnosi precoce si basa su una serie di valutazioni cliniche e test di laboratorio, tra cui una varietà di reagenti per test diagnostici in vitro (IVD) che rappresentano gli "occhi" indispensabili dei medici.

  1. Coltura microbica (emocoltura) – Il “gold standard” diagnostico
    • Metodo: campioni di sangue, urina, espettorato o altri siti sospetti di infezione del paziente vengono raccolti e inseriti in flaconi contenenti terreno di coltura, che vengono poi incubati per favorire la crescita di agenti patogeni (batteri o funghi).
    • Ruolo: questo è il "gold standard" per la conferma della sepsi e l'identificazione del patogeno causale. Una volta isolato il patogeno, è possibile eseguire il test di sensibilità antimicrobica (AST) per guidare i medici nella scelta degli antibiotici più efficaci. Tuttavia, il suo principale svantaggio è il tempo richiesto (in genere 24-72 ore per i risultati), che non favorisce il processo decisionale iniziale in caso di emergenza.
  2. Test sui biomarcatori: “Sistemi di allarme” rapidi
    Per compensare il lungo difetto della coltura, vengono ampiamente utilizzati diversi reagenti per il rilevamento di biomarcatori, per una rapida diagnosi ausiliaria.

    • Test della procalcitonina (PCT): Questo è attualmente il biomarcatore più importante e specifico associato alla sepsi.PCTè una proteina presente a livelli molto bassi negli individui sani, ma viene prodotta in grandi quantità in diversi tessuti del corpo durante gravi infezioni batteriche.PCT I test (di solito utilizzando metodi immunocromatografici o chemiluminescenti) forniscono risultati quantitativi entro 1-2 ore. ElevatiPCTI livelli sono altamente suggestivi di sepsi batterica e possono essere utilizzati per monitorare l'efficacia della terapia antibiotica e guidarne l'interruzione.
    • Test della proteina C-reattiva (PCR): PCR è una proteina di fase acuta che aumenta rapidamente in risposta all'infiammazione o all'infezione. Sebbene altamente sensibile, è meno specifica diPCTperché può essere elevato in diverse condizioni, tra cui infezioni virali e traumi. Viene spesso utilizzato in combinazione con altri marcatori.
    • Conta dei globuli bianchi (WBC) e percentuale di neutrofili: questo è l'esame emocromocitometrico completo (CBC) più elementare. I pazienti con sepsi spesso presentano un aumento o una diminuzione significativa dei globuli bianchi e un aumento della percentuale di neutrofili (spostamento a sinistra). Tuttavia, la sua specificità è bassa e deve essere interpretata insieme ad altri indicatori.
  3. Tecniche di diagnostica molecolare – “Esploratori” di precisione
    • Metodo: Tecniche come la reazione a catena della polimerasi (PCR) e il sequenziamento metagenomico di nuova generazione (mNGS). Queste tecnologie utilizzano primer e sonde specifici (che possono essere considerati "reagenti" avanzati) per rilevare direttamente gli acidi nucleici (DNA o RNA) dei patogeni.
    • Ruolo: non richiedono coltura e possono identificare rapidamente i patogeni nel sangue in poche ore, rilevando anche organismi difficili da coltivare. Soprattutto quando le colture tradizionali sono negative ma il sospetto clinico rimane elevato, la mNGS può fornire indizi diagnostici critici. Tuttavia, questi metodi sono più costosi e non forniscono informazioni sulla sensibilità agli antibiotici.
  4. Test del lattato: misurazione del livello di “crisi”
    • L'ipoperfusione tissutale e l'ipossia sono fondamentali per l'insufficienza d'organo indotta dalla sepsi. Livelli elevati di lattato sono un chiaro indicatore di ipossia tissutale. I kit per il test rapido del lattato al letto del paziente possono misurare rapidamente le concentrazioni plasmatiche di lattato (entro pochi minuti). L'iperlattatemia (>2 mmol/L) è un forte indice di malattia grave e prognosi sfavorevole, ed è un indicatore importante per l'avvio di un trattamento intensivo.

Conclusione

La sepsi è una corsa contro il tempo. Gli anziani, i soggetti fragili, le persone con patologie preesistenti e quelle con patologie specifiche sono i bersagli principali. Per questi gruppi ad alto rischio, qualsiasi segno di infezione deve essere trattato con cautela. La medicina moderna ha sviluppato un sistema diagnostico rapido attraverso una serie di metodi, tra cui emocolture e test di biomarcatori comePCT/PCR, diagnostica molecolare e test del lattato. Tra questi, una varietà di reagenti di rilevamento altamente efficienti e sensibili rappresentano i pilastri dell'allerta precoce, dell'identificazione accurata e dell'intervento tempestivo, migliorando notevolmente le possibilità di sopravvivenza dei pazienti. Riconoscere i rischi, affrontare i sintomi precoci e affidarsi a tecnologie di rilevamento avanzate sono le nostre armi più potenti contro questo "killer invisibile".

Baysen Medical è costantemente impegnata nello sviluppo di tecniche diagnostiche volte a migliorare la qualità della vita. Abbiamo sviluppato 5 piattaforme tecnologiche: lattice, oro colloidale, immunocromatografia a fluorescenza, immunoanalisi molecolare e immunoanalisi a chemiluminescenza. Kit per il test PCT, Kit per il test della PCRt per sepsi

Data di pubblicazione: 15-09-2025